Cosa mi ha spinta a lasciare la sicurezza e i benefici del lavorare in una grande multinazionale per spostarmi in una start-up? Come scegliere quale strada prendere in un bivio professionale o in un cambio lavoro? Te lo racconto in questo articolo.
3 giugno 2019. Non è solo il giorno del mio compleanno, ma anche quello in cui, per la prima volta, metto piede nel mio nuovo ufficio.
E stavolta è quello di una start-up, nata in centro a Londra esattamente 9 mesi prima.
Eh sì. Dopo aver lavorato per anni in grandi multinazionali (Google e Accenture) e brand già affermati (Furla, Maserati, Android) ho deciso di imbarcarmi in un’avventura per me nuova.
Ho iniziato infatti a lavorare in una start-up come Marketing Manager per il mercato statunitense.
Parlo spesso dell’importanza di ragionare in maniera strategica per la tua carriera. Ed è ovviamente quello che io stessa faccio per la mia.
Per farti un esempio davvero concreto e molto attuale di quello che intendo, ti racconto cosa mi ha spinta a questo enorme cambiamento e alcune delle ragioni per cui ho ritenuto questo cambio lavoro una mossa adatta al mio percorso:
- Il settore. La nuova azienda per cui lavoro opera in ambito tech (è un’app di social network che ha di recente raggiunto il primo milione di iscritti e utilizza tecnologie di AI piuttosto avanzate). Mi permette quindi di rimanere nel settore in cui ho scelto di specializzarmi, quello tecnologico.
- La mission. L’app si rivolge ad un target che viene da sempre rappresentato in maniera piuttosto mediocre dai media. Non il solito pubblico di millennial, ma quello degli over 50, una fetta demografica sempre più in crescita e che fra tutte ha il maggiore reddito e disponibilità all’acquisto. In un mondo che “invecchia”, imparare a targhetizzare un pubblico di consumatori così ampio rappresenterà un asset per molte aziende che considererò in futuro. Non solo: mi piace l’idea di poter offrire una voce e un’immagine più veritiera di questo ampio gruppo di persone, contribuendo alla mission di un’azienda che si propone di aiutare a combattere la solitudine e la discriminazione legata all’età. A proposito, sai che esiste un termine inglese per questa particolare forma di discriminazione? Si chiama ageism.
- La formazione. Come si dice: chi non si forma si ferma. Posso forse dire che avessi già imparato tutto quello che c’era da imparare dal mondo corporate delle grandi aziende? Certo che no, anche solo pensarlo sarebbe presuntuosamente sciocco. Eppure sentivo che del modo di lavorare di una grande azienda avevo assorbito davvero tanto. Ormai il mio lavoro era diventato, per molti aspetti, quasi “facile”. Avevo appreso le regole del gioco e con esso anche i suoi limiti e sentivo che era giunto il momento di fare qualcosa di nuovo e diverso. Non solo ora mi sto scontrando con problemi che richiedono un modo di pensare e agire nuovo, ma lo sto occupandomi di un mercato difficile, competitivo e che mi ha sempre affascinata (gli States). Lavorare in una start-up richiede, inoltre, forma mentis, capacità di adattamento e un’energia non indifferenti. E ho ritenuto questo il periodo migliore della mia vita per lanciarmi in quest’avventura. Non solo. Se immagino il mio prossimo passo e dove voglio portare la mia carriera nel lungo termine, credo che questo step intermedio possa darmi tantissimi nuovi strumenti per farlo al meglio.
Ovviamente la lista continua, ma non voglio annoiarti con troppi dettagli.
Il punto è questo: sulla carta suonano tutte come decisioni iper razionali e vincenti, non è così? E in questo momento ti direi di sì.
La verità, però, è che non c’è proprio modo di sapere se, fra le tante, questo cambio lavoro sia davvero la “scelta migliore” per me e il mio percorso.
Magari fra un paio d’anni sarò ancora in questa azienda contribuendo alla sua crescita. O magari fra qualche mese capirò di aver preso un abbaglio.
Quello che davvero conta, però, è prendere la decisione che riteniamo migliore in quel momento rispetto a quelli che sono i nostri obiettivi personali. E poi trattarla come tale:
- Metterci l’impegno e la cura che richiede.
- Ricordarci i perché di quella scelta.
- Ricalcolare il percorso se e quando serve.
E il tuo, di percorso, come procede?
- Sei contenta di quello che stai facendo?
- Le ragioni per cui hai iniziato ti spingono ancora ad affrontare ogni giorno con grinta ed entusiasmo?
- C’è forse qualcosa che dovresti rivedere rispetto alla meta che vuoi raggiungere?
Fatti queste domande e risponditi con sincerità. Ricorda che se qualcosa non va, possiamo sempre cambiarla e migliorarla. E con essa la nostra vita e il nostro benessere.
Io ti terrò ovviamente aggiornata su tutti i prossimi passaggi e condividerò con te tutte le lezioni di questa nuova avventura.
A presto,
Arli.
Serena dice
Ciao, grazie per aver condiviso la tua esperienza…mi trovo di fronte allo stesso bivio. 10 anni in multinazionale nelle vendite per prodotti chimici…benefici, sicurezza, ecc. Eppure l’anno scorso, durante la pandemia, ho deciso di seguire un master in sostenibilità e finalmente seguire i miei interessi. Ho fatto diversi colloqui e mi trovo a dover scegliere se restare nella mia attuale posizione (e aspettare forse un cambiamento) oppure unirmi a una start up attiva nel campo della sostenibilità. Un salto nel vuoto…ma forse quello che può farmi crescere in una professione che sento più mia. Il mio grande dubbio è coinvolgere la mia famiglia in questo cambiamento: sono una mamma di due bambine e la sicurezza economica me la sono guadagnata con molti sacrifici. Che fare?
Arli dice
Ciao Serena,
Capisco bene il tuo dilemma, a maggior ragione avendo due figlie. Dall’articolo che hai (da multinazionale a start-up) recentemente sono passata ad un nuovo step della mia carriera (da start-up altrui a lanciarmi nel creare la mia attività). Ne ho parlato qui e soprattutto qui.
Penso che quest’ultimo articolo e il discorso economico siano un ottimo punto da cui partire per valutare rischi e benefici della tua scelta. In ogni caso la vita è lunga, per cui anche se non riuscirai a fare il salto ora, non chiudere questo progetto in un cassetto.
Un grande in bocca al lupo!