Office of Cards di Davide Cervellin è IL libro da leggere se vuoi avere successo nelle grandi aziende. Scopri come con le 4 verità e le 3 regole chiave di Davide.
Ci sono alcune espressioni inglesi che non possono essere tradotte. Non è la lingua che deve piegarsi alla traduzione per te, sei tu che devi entrare nella cultura che le racchiude per comprenderle appieno.
L’espressione “to give back” significa letteralmente “dare indietro”. La sua particolarità è che non richiede un complemento oggetto, perché il significato è implicito, interamente racchiuso in quelle due parole.
To give back significa restituire quello che si è ricevuto, ma più che ad un atto di generosità, fa pensare ad un gesto tanto sentito da risultare quasi dovuto, del tutto naturale.
Come un vaso che, riempito di lezioni ed esperienze, trabocchi annaffiando il terreno e le piante che ha affianco.
O come il viaggio di Zarathustra, in cui l’ascesa del protagonista non termina quando raggiunge l’apice della montagna, bensì quando discende a valle per far dono della propria sapienza.
Per qualche ragione penso sempre all’espressione “to give back” quando scopro l’esistenza di libri come quello di Sabina Belli o Davide Cervellin.
“Office of Cards” è il libro di debutto di Davide, un richiamo alla politica e agli intrighi della serie successo House of Cards, applicato però al mondo aziendale. E non al mondo aziendale in generale, ma in modo particolare a quello delle grandi aziende.
Davide ha infatti lavorato come Head of Analytics per aziende come Siemens, eBay, Vodafone, PayPal e Booking.com, spostandosi fra Milano, Londra ed Amsterdam. Ha una moglie e una figlia di pochi anni e da qualche tempo è rientrato in Italia occupando il ruolo di Chief Marketing & Data Officer in Telepass.
Insomma, se si tratta di consigli di carriera, io qualche suggerimento da Davide lo ascolterei volentieri…
Un paio di anni fa ha deciso di raccontare la sua esperienza e le sue lezioni nel libro “Office of Cards” e nell’omonimo podcast, un prontuario utilissimo per chi si affaccia al mondo delle grandi aziende per la prima volta. O anche per chi ne fa parte da un po’ e si trova a correre come sulla ruota di un criceto, senza arrivare da alcuna parte.
Il pregio di questo libro sta in una narrazione molto onesta e diretta delle esperienze, gli esperimenti e sì, anche gli errori, che Davide ha fatto nel corso della sua carriera. Lezioni preziosissime per chi voglia evitare di ripetere gli stessi errori e accelerare nel proprio percorso.
Una guida pratica al successo e alla felicità nelle grandi aziende (e nella vita)
Grandi aziende. Quando ci sei dentro non ne vedi che limiti e problematiche, sognando magari l’avventura di una start-up o la libertà del freelance.
Quello che Davide fa in apertura del libro è un ribaltamento di posizione e prospettive, invitandoci a riflettere sui plus del lavorare in una grande azienda: dalla sicurezza e livello dello stipendio, al prestigio che ti regala un grande brand, al maggiore impatto che puoi avere attraverso il tuo lavoro quando arrivi ad un buon livello di influenza.
Certo, d’altro canto hai a che fare con la politica aziendale, logiche non sempre meritocratiche o capi che ti bloccano le idee. Occorre però ricordare che quando si ha un proprio business o si è freelance, ogni singolo cliente è il nostro capo. E quando si lavora per una start-up, le probabilità che questa fallisca sono molto più alte.
I compromessi sono diversi, ma sono pur sempre compromessi.
Guardare all’erba del vicino pensando che sia sempre più verde ci priva delle opportunità che possiamo invece coltivare e sfruttare concentrandoci sul nostro, di giardino. A patto però di conoscere le regole del gioco…
Davide ne individua quattro da tenere sempre a mente.
Le quattro Verità di Office of Cards di Davide Cervellin
- È un “gioco di troni”. Lavorare in una grande azienda è come essere in un episodio pieno di intrighi di Games of Thrones. L’imprevedibilità la fa da padrona, gli interessi non sono sempre allineati e non c’è correlazione fra il lavoro che fai e la performance dell’azienda. Da qui nascono disordine e irrazionalità, nonché una buona dose di frustrazione per chi cerca di fare un buon lavoro al di là di queste logiche… Meglio saperlo e far pace con l’idea (muovendosi però in maniera smart, vedremo come).
- Non aspettarti “giustizia” o “equità”: meritare qualcosa nel mondo aziendale non dipende granché dalla qualità o quantità del tuo lavoro, ma dal tuo atteggiamento.
- Il consenso vince: in una grande azienda non c’è quasi mai una singola persona che prende una decisione grande e importante in totale autonomia. Da un lato questo rende il processo di decision-making lento e frustrante, ma ha anche il pregio di ridurre il rischio di un errore. Diventa perciò fondamentale saper ottenere il consenso di colleghi e superiori.
- La percezione è la realtà. Non conta quel che tu pensi o che intendi dire. Conta solo quello che gli altri capiscono.
Davide ci ricorda che il primo passo per avere successo in una grande azienda (e prima ancora per evitare l’esaurimento) è, in maniera molto stoica, l’accettazione. Comprendere come gira il vento senza arrabbiarsi, frustrarsi o perdere il controllo.
Il succo è questo: capisci le regole e gioca il gioco.
Come l’autore ci ricorda con una citazione di Frank Underwood, il protagonista di “Office of Cards”:
You are entitled to nothing – Nessuno ti deve nulla.
Se vuoi qualcosa devi prendertelo da solo e giocare il gioco al meglio. Come?
Le regole del gioco
- Gioca a lungo termine: per ottenere quello che desideri serve pianificazione, tempo e lavoro duro. Dimentica la gratificazione istantanea.
- Own your life: assumi il controllo della tua vita, capisci quello che conta per te e cosa ti rende felice. Investi del tempo nel conoscere te stessa a un livello profondo. Ad esempio: il lavoro per te è un mezzo per raggiungere uno scopo o lo scopo in sé? Se non lo fai, rischi di perseguire obiettivi che non sono i tuoi e non sono allineati alla vita che vuoi vivere.
- Non farti nemici: per quanto ti sembri che una data persona possa non avere alcun impatto nel tuo percorso, ricorda che anche l’azienda più grande in fondo non è che un micro-cosmo. Non sai mai dove sarà fra un paio d’anni quel collega che poco sopporti. Perciò non litigare e non pestare i piedi a nessuno, ragiona sempre in ottica win-win.
Idee dal libro
Sarebbe difficile condensare le tante lezioni e suggerimenti di Office of Cards di Davide Cervellin in un singolo articolo. Per darti un’idea, però, voglio offrirti alcuni spunti e suggerimenti che mi sono piaciuti particolarmente.
1) Sii sempre aperta all’apprendimento.
L’espressione inglese life-long learning esprime perfettamente questo concetto. L’apprendimento è una scelta e la vita che viviamo, ci ricorda Davide, in fondo non è altro che la somma delle situazioni da cui scegliamo di imparare. Diventa un’osservatrice attenta delle cose e delle persone che ti circondano, anche quelle che non ti piacciono. Ogni cosa che impari contribuisce a creare ed irrobustire la struttura della tua casa di carte, a rendere più sfaccettato il tuo pensiero.
La vita non è altro che la somma delle situazioni da cui scegliamo di imparare – Davide Cervellin.
2) Assumi il controllo delle tue emozioni.
Questo consiglio a mio avviso si applica in maniera particolare a noi donne, che tendenzialmente ci lasciamo influenzare e coinvolgere ad un livello più emotivo nelle situazioni professionali.
Invece ricorda: se una data situazione è sotto il tuo controllo, fai qualcosa a riguardo, altrimenti accettala e vai avanti (o valuta come portarla sotto il tuo controllo).
In ogni caso, però, crea un sano distacco.
Un cambio di prospettiva che ho trovato molto interessante è quello di pensare a qualcosa che va storto come ad un biglietto della lotteria. Se giochi al Superenalotto e non becchi i 6 numeri vincenti, non ti struggi pensando che hai perso, semplicemente ti limiti a constatare che non hai vinto. E magari la volta successiva riprovi con un nuovo biglietto.
Nelle situazioni lavorative, al contrario della lotteria, il vantaggio è che la volta successiva andrà meglio, perché avrai imparato dalla tua esperienza.
A tal proposito Davide menziona un episodio interessante che ha coinvolto il CTO di un’azienda multimiliardaria leader nel proprio settore con cui si è trovato ad interfacciarsi. Il direttore tecnico di quest’azienda aveva un budget “fallimento” per tutte le volte che si sarebbe verificato un inghippo nei sistemi dell’azienda.
Nel suo modo di vedere le cose, lui voleva che il sito “andasse giù” un certo numero di volte nel corso dell’anno. Un funzionamento “perfetto”, infatti, avrebbe voluto dire che gli sforzi aziendali non erano abbastanza intensi.
3) Mantieni la calma
Quante volte, in ufficio, ci siamo trovate in situazioni “pentola a pressione“, pronte a scoppiare da un momento all’altro?
La reazione più comune è quella di fight-or-flight, ovvero attacca (lamentati, litiga, critica) o fuggi (allontanandoti silenziosamente dalla sfida che vuoi evitare).
Davide ci invita a crearci delle routine per affrontare certe situazioni di s.o.s.
- Primo step: scegli di mantenere la calma.
- Vai in bagno e sorridi allo specchio; è infatti comprovato che un cambio a livello fisiognomico è in grado di influenzare il nostro umore.
- Ascolta della musica. Anche solo 3 minuti di un brano che ti rilassa o ti energizza possono fare la differenza nel farti cambiare stato.
- Lascia l’ufficio per un caffè o una camminata che ti rinfreschi le idee.
- Concediti un momento di meditazione e di mindfulness. Ritorna al tuo respiro e concentrati sulle sensazioni fisiche. Prenditi alcuni minuti per un rito che sia solo tuo. Quello di Davide è concedersi due minuti per mangiare due scacchetti di cioccolato (meglio ancora se al caramello salato :)), assaporandone e gustandone il gusto e l’aroma.
Dovresti fermarti a meditare per almeno 20 minuti al giorno, a meno che tu non sia troppo occupato. In quel caso dovresti meditare per un’ora
4) Crea il tuo team di supporto
L’importanza del network è qualcosa che non si impara mai troppo presto. Non mi stupisce quindi che tutta una sezione del libro sia dedicata all’importanza delle relazioni e della mentorship.
La tesi centrale è che sì, si può essere gentili anche nel mondo corporate. Essere persone per bene anche se si tiene al proprio percorso di carriera.
Come? Sii sincera nel far sentire le persone importanti e valorizzate. Ecco alcuni spunti molto tattici offerti nel libro:
- Sii generosa, condividi le tue idee, non lavorare in isolamento o con la paura che qualcuno possa rubartele. In questo caso Davide dà un consiglio che può apparire contro-intuitivo o difficile da buttar giù, ma che dimostra in realtà tutta la sua esperienza in anni di lavoro. Se il tuo capo qualche volta e per valide ragioni prende il merito delle tue idee, ma in generale aiuta anche te, a volte può andar bene così. In fondo siete un team: ricorda che stai giocando a lungo termine. Lo stesso discorso non vale, però, se a rubarti le idee è il tuo collega o un tuo pari.
- Cerca occasioni per confrontarti di persona. Se hai bisogno di un favore e cerchi un collega, magari lasciagli un bigliettino invece che inviargli un’email che finirà fra le 30 email che riceve ogni giorno. Pensa se un gesto così cortese e personalizzato fosse riservato a te; come ti farebbe sentire?
- Capisci che cosa motiva le persone, quali sono le leve importanti per loro e cerca di metterli nelle condizioni di lavorare esprimendo il loro potenziale (come dico sempre, questo è un esercizio di leadership che può fare qualunque persona, a qualunque livello).
- Infine ricorda: sorridere è un’opzione possibile tanto quanto lamentarsi. A te la scelta.
Ognuno è un genio. Ma se si giudica un pesce dalla sua abilità di arrampicarsi sugli alberi lui passerà tutta la sua vita a credersi stupido.
5) Cerca la felicità in tutto ciò che fai
Credo che una chiave di lettura utile a comprendere Davide sia in questo passaggio del libro: “Le persone come me non sembrano mai riuscire a trovar pace o soddisfazione. Anche se qualcosa è perfetto al 99.9%, si focalizzano e lamentano del residuo di imperfezione“.
In questo senso, il libro sembra sì il risultato delle lezioni apprese negli anni, ma anche il punto di partenza per continuare a migliorare e ad apprezzare dove già è arrivato.
Un altro spunto che mi è piaciuto molto è stato proprio questo: così come ogni giorno ci sono piccole cose che possono farti arrabbiare e frustrare, lo stesso può accadere con le piccole cose che possono rallegrarti e tirarti su in positivo.
Il modo per riuscirci è semplice: devi “solo” aggiungere significato alle cose già esistenti (ricordi l’esercizio dello scacchetto di cioccolato?). Le buone abitudini e il controllo delle proprie emozioni sono in fondo strettamente collegati.
Creati delle abitudini mattutine che ti aiutino ad energizzarti e la sera a rilassarti.
Perché questa è forse la lezione più importante di tutte, ed è contenuta già nel sottotitolo del libro (“guida pratica al successo e alla felicità nelle grandi aziende… e nella vita“)
Non c’è separazione fra quello che facciamo la mattina e la sera con quello che facciamo nelle 8, 9, 10 ore nel mezzo. Non c’è divisione fra ciò che siamo dal lunedì al venerdì e quello che siamo e facciamo nel fine settimana.
La base è sempre una; il nostro io più profondo, le nostre aspirazioni e ambizioni più autentiche. Ed è imprescindibile occuparsi di quelle basi prima di costruirci sopra qualunque altra cosa, soprattutto quando ci si muove in un office of cards.
Mi auguro che le lezioni e l’esperienza di Davide possano esserti utili nel tuo percorso. Se c’è qualche spunto particolare che utilizzerai per la tua carriera, fammelo sapere nei commenti qui sotto.
A presto,
Arli.
Vuoi continuare a seguire Davide e i suoi consigli? Lo trovi su LinkedIn, nel suo interessantissimo podcast “Office of Cards” e ovviamente su Amazon con l’omonimo libro (per ora disponibile solo in inglese, presto anche in italiano).
Valeria dice
Non ho letto il libro ancora, ma da quello che ho letto qui mi chiedo “Davide è mai stato free lance?”.
Sono una partita iva da anni e non ho mai avuto la sensazione che un mio cliente fosse il mio capo. Mai. Mi dispiace che denigri un certo tipo di business senza averlo sperimentato in prima persona.
Non c’è una sola cosa letta nel post che mi abbia fatto venire voglia di tornare in azienda, nemmeno le ferie pagate. 🙂
Arli dice
Ciao Valeria,
grazie del commento. Forse non ho trasmesso bene il concetto che Davide esprime nel libro, ovvero quello di non guardare all’erba del vicino pensando che sia tutta rose e fiori. A me è capitato di trovarmi in quel mindset che lui descrive e pensare “sì però se avessi una mia attività sarebbe diverso…”. Invece il messaggio che vuol far passare è di accorgersi e sfruttare i benefit di una certa realtà mentre la stiamo vivendo. Non credo che volesse in alcun modo denigrare un diverso modo di fare business 🙂
Entrambi hanno pro e contro e ciascuno deve valutare quale, al netto di tutto, fa più al caso proprio. Un po’ come hai fatto tu con la tua attività di wedding planner.
Buon fine settimana e a presto,
Arli.