Negoziare è una competenza fondamentale da acquisire in ogni lavoro che sceglierai di fare. Un messaggio che l’attrice Michelle Williams ha trasmesso in maniera forte ed emozionante alla premiazione degli Emmy.
Una lettrice, qualche mese fa, mi ha inviato un messaggio che mi è rimasto impresso e a cui ripenso ogni volta che si parla di negoziazione. Un messaggio di quelli dal retrogusto un po’ amaro. Eccolo qui:
“Ho appena ottenuto una promozione per cui praticamente non ho potuto negoziare. Mi sento scontenta. E non riesco a non prenderla un po’ sul personale e a sentirmi umiliata“.
Da un lato, credo debba essere chiarissimo (a noi stesse in primis) che il nostro valore come persone non può essere collegato in alcun modo al numero che vediamo sulla busta paga a fine mese.
D’altro canto, però, il nostro valore come professioniste è espresso e riconosciuto anche (non solo) tramite quel numero. Ed è giusto che sia equiparato alle competenze e al valore che portiamo al cliente o all’organizzazione per cui lavoriamo.
Saper negoziare è la livella che ci permette di allineare quei due contrappesi: quello che offriamo e quello che in cambio riceviamo. Ed è una livella che dobbiamo imparare ad usare SEMPRE. Senza esclusione di colpi. Perché, come vedremo in alcuni articoli futuri, c’è sempre margine di negoziazione.
Quello della negoziazione e dell’indipendenza economica è un tema che mi sta molto a cuore e di cui parleremo approfonditamente.
Se è qualcosa su cui non hai riflettuto o che non hai mai attuato prima d’ora, tanto per iniziare voglio condividere con te questo discorso davvero ispirante dell’attrice Michelle Williams. Meglio nota all’attuale generazione di trentenni come “Jen di Dawson’s Creek“:D
Il video è in inglese, ma trovi la mia traduzione subito sotto. Leggi il discorso dell’attrice e poi ne parliamo.
Negoziare: abbi fiducia di riconoscere i tuoi bisogni ed esprimerli
https://youtu.be/19BIXjb_Fwk?t=27
“Considero questo premio come un riconoscimento di quello che è possibile fare quando ad una donna viene data la fiducia di saper riconoscere i propri bisogni. Quando la si fa sentire sicura di poterli esprimere e rispettata abbastanza perché siano ascoltati.
Quando ho chiesto più lezioni di danza, la risposta è stata sì. E quando ho chiesto più lezioni di canto, la risposta è stata nuovamente sì. Per tutto quello che ho chiesto, sempre sì. E tutte queste cose hanno richiesto impegno e più soldi, ma i miei superiori non hanno mai pensato di sapere meglio di me di cosa avessi bisogno per fare il mio lavoro.
Perciò ringrazio FX e gli Studi di Fox21 per avermi supportata completamente e avermi pagata equamente.
Perché hanno compreso che quando metti valore in una persona, le dai il potere di entrare in contatto con il proprio valore intrinseco. E dove lo metterà quel valore quella persona? Nel proprio lavoro.
Perciò la prossima volta che una donna, specialmente una donna di colore – che viene pagata 52 centesimi per ogni dollaro che entra in tasca alla sua controparte maschile di pelle bianca– ti dice di cosa ha bisogno per svolgere il proprio lavoro, ascoltala. Credile.
Un giorno potrebbe essere di fronte a te e ringraziarti per averle consentito di raggiungere il successo grazie al suo ambiente lavorativo e non nonostante quell’ambiente”.
Quello che ho apprezzato del messaggio di Michelle Williams sull’importanza di negoziare è il mix di grazia e forza con cui ha espresso il concetto. Non lo ha fatto con rabbia o recriminazione, ma con un tono positivo che ha sottolineato tutti i vantaggi del dare fiducia e potere alle donne nello svolgere il proprio lavoro.
E vista la storia pregressa, di ragioni per essere meno positiva poteva avercene eccome…
L’antefatto
Michelle Williams ha recitato nel film “Tutti i soldi del mondo”, inizialmente girato con l’attore Kevin Spacey. A causa dello scandalo che ha coinvolto l’attore nel movimento #MeToo, però, la produzione ha deciso di girare nuovamente certe scene sostituendolo con l’attore Christopher Plummer.
Per i giorni aggiuntivi di riprese, Christopher è stato pagato 1.5 milioni di dollari. Michelle Williams, invece, una somma nominale di 1.000$. Vale a dire lo 0.7% rispetto al cachet del collega.
Ora: la vicenda è complessa e di certo non conosciamo tutti i dettagli.
Un gap così ampio fa comunque pensare. Soprattutto a seguito dei commenti di Michelle che, una volta diffusa la notizia, si è detta “paralizzata in un sentimento di inutilità“. Sia per la mancanza di parità del trattamento che per l’iniziale mancanza di reazioni riguardo l’accaduto.
“A nessuno è importato. E la cosa non mi ha sorpresa, ha semplicemente rinforzato la convinzione che ho acquisito nel corso della vita sul fatto che l’eguaglianza non è un diritto inalienabile. E che le donne devono lavorare altrettanto duramente per meno soldi, mentre si sobbarcano molte più responsabilità a casa. Lavoro come attrice da quando ho 12 anni. Sono stata riconosciuta nell’industria cinematografica con i premi più prestigiosi. Ciò nonostante, questo non si è tradotto in un trattamento economico equo“.
La controversia ha raggiunto la luce dei riflettori solamente quando la meravigliosa attrice Jessica Chastain ha scritto un tweet sull’accaduto.
Michelle, 4 volte nominata agli Oscar e non presente sui social media, ha commentato così il supporto della collega: “La sua audience è molto più grande della mia e lei non ha avuto paura di prendere in mano un megafono e di farsi sentire“.
E quindi? Eccolo qui il punto focale
Farci sentire: non insisterò mai abbastanza su questo punto. Saper farsi sentire è un atteggiamento che possiamo coltivare non solo per avanzare nella nostra carriera, ma per vivere una vita in cui esprimere a pieno il nostro impatto e potenziale. E non solo nella nostra vita, ma anche in quella degli altri.
Un po’ come l’attrice Jessica Chastain ha fatto per Michelle Williams (che esempio bellissimo di solidarietà fra donne!).
Perché non sempre quella fiducia e quella sicurezza di cui ha parlato Michelle ci verranno date. Anzi: il più delle volte dovremo guadagnarcele. Dovremo chiederle. Dovremo negoziare per ottenerle. Anche, e a maggior ragione, quando dovrebbero in realtà far parte del pacchetto di partenza.
Ogni volta che esigiamo un trattamento paritario, educhiamo una pletora sempre un po’ ampia di persone a fare lo stesso.
Nel chiedere un trattamento più equo per noi, alziamo l’asticella per tutte. Sia che lavoriamo come cameriere su più turni per pagarci gli studi, che come attrici internazionali pagate milioni di dollari.
C’è un grande potere nel saper riconoscere che cosa vogliamo per noi stesse e non avere paura di chiederlo.
Rivendicalo, quel diritto.
If you don’t use it you lose it.
Arli.
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