Sperimenta l’utilizzo della to BE list, la lista delle cose da ESSERE, per diventare più creativa, produttiva e centrata con te stessa.
Devi essere prima di di poter fare, e fare prima di poter avere – Zig Ziglar
Viviamo in una società consumistica che, se da un lato ci offre benessere, agi e comfort, dall’altro può farci cadere in un tranello:
- Quello di credere che l’avere sia la misura dell’essere.
- Di focalizzarci molto più spesso sulle cose che vorremmo avere, invece che sul tipo di persona che vogliamo essere.
- Di credere che l’avere (un certo talento, un certo cognome, un certo conto in banca…) sia conditio sine qua non -condizione indispensabile- per poter essere e fare quel che desideriamo.
Il rischio qual è?
- Da un lato quello di focalizzarci su ciò che ancora non abbiamo, senza apprezzare quello che già c’è.
- Dall’altro quello di entrare in una spirale del fare, fare, fare… fino a che un evento esterno non ci invita o costringe a fermarci (un lutto, una malattia, qualcosa che ci fa estraniare per una breve parentesi dal tran-tran quotidiano). A chiederci verso quale direzione ci sta portando questo continuo affannarci.
È per questo che da un po’ di tempo ho deciso di ripartire dall’essere e ho abbandonato la classica “to do list”.
…Benvenuta to-BE list!
Questo nella foto è un esempio reale della mia “to be list” giornaliera, che ho incluso anche nella presentazione che ho fatto di recente durante il mio intervento al Women X Impact. L’unica differenza è che in genere la includo nel mio weekly planner, che a differenza dei post-it mi permette di avere una panoramica dell’intera settimana.
Ecco come funziona:
- Ogni sera, prima di staccare dal lavoro, mi prendo 5 minuti per ripensare alla giornata e per annotarmi quello che voglio fare e portare a termine il giorno successivo.
- Il giorno dopo, però, dopo aver scritto le mie morning pages e prima ancora di iniziare a guardare le cose da fare (to do) mi annoto come voglio essere quel giorno (to be)…
…So per certo, ad esempio, che non voglio essere una persona costantemente assorbita dal fare, fare, fare per dimostrare qualcosa a me e agli altri, dimenticandomi completamente della mia dimensione dell’essere.
Alcuni esempi della mia sezione “BE”?
- BE: Concentrata e focalizzata
- BE: Allegra e positiva (anche se avrò molte call da fare)
- BE: Paziente anche con i compiti che non mi piacciono
Benefici ulteriori: maggiore equilibrio fra lavoro e sfera privata
Si fa un gran parlare ormai da anni del cosiddetto work-life balance.
Eppure come possiamo aspettarci di creare coesione ed equilibrio fra queste due sfere, se le nostre giornate sono pianificate e prioritizzate solo sulla base di quella professionale?
Un’altra abitudine che ho introdotto è quella di lasciare un bello spazio nella mia agenda anche per l’area “Personal”. Quelle cose da fare che mi fanno essere ed esprimere desideri e bisogni legati alla sfera personale, oltre che quella professionale.
Può finirci di tutto; da un allenamento a una passeggiata ad appuntamenti medici, gestione delle mie finanze, corsi che voglio seguire o libri che voglio leggere.
Purché siano lì a ricordarmi che non possiamo realmente crescere come professioniste, se prima non fioriamo come donne e persone.
Nella mia esperienza lavorativa qui a Londra ho notato che molte persone lo fanno anche con il loro calendario condiviso, inserendo impegni personali su quello lavorativo (ad esempio: “incontro con Sarah“, “Vai a prendere i bimbi a scuola“, o un semplice “appuntamento personale”).
Io lo trovo doppiamente efficace, soprattutto perché aiuta a mettere dei paletti e mandare un segnale anche a capi e colleghi (da testare a piccole dosi a seconda del contesto in cui si lavora).
Che ne dici, darai una chance alla To Be List? 🙂
Arli.
Poesie Per Pensare…
“Per conservare la gioia non serve
un barattolo, ma un patto,
devi decidere che la gioia
è la strada della tua vita.
Dunque non cercare la gioia successiva
sappi che te ne basta una,
una qualsiasi. Ecco, tienila, considera
che è la tua casa”
Franco Arminio
Antonella dice
Ciao Arlinda,
Innanzitutto Buon Anno!
Sono Antonella e ti seguo già da un po’. Complimenti per la rubrica, decisamente interessante.
Ti scrivo per condividere la mia storia professionale e per avere un tuo parere su quanto mi sta accadendo.
Ho 53 anni e una lunga carriera nel Pharma: ho lavorato per oltre un ventennio in una grande azienda farmaceutica italiana dove mi sono sempre occupata di Business Development, ovvero sviluppo del business nei mercati esteri attraverso l’identificazione di partner/distributori dei prodotti/brand (farmaci, integratori e dispositivi medici) dell’azienda, già venduti in Italia, , e da diffondere anche in altri mercati. A seguito di un merger della mia azienda con altro gruppo farmaceutico italiano, nel 2018 decido di lasciare, di rimettermi in gioco e soprattutto cambiare aria dopo tanti anni, di uscire insomma da quella zona di comfort.
Entro in altra realtà farmaceutica, decisamente più piccola ma in cui ho trovato subito la mia dimensione, e dove ho ritrovato il piacere di lavorare divertendomi. Ti premetto che io adoro il mio lavoro che da sempre faccio con grande passione.
Ho amato quest’azienda sin dal primo giorno in cui sono entrata.. le persone, l’atmosfera che si respirava entrando negli uffici, le riunioni, i viaggi, gli eventi… Poi un giorno, era il 1’ Agosto 2022, arriva l’annuncio dell’acquisizione: Venivamo acquisiti dal gruppo dal quale io quattro anni mi ero congedata. Non ti nego che all’inizio mi è crollato il mondo addosso. Mancavano pochissimi giorni all’inizio delle ferie estive e per me era la fine … la fine di un periodo fantastico della mia vita professionale, breve ma intenso in questa piccola azienda che ho amato follemente.. Mi sento dire “non prenderla in questo modo, , sii più razionale … pensa che potrebbe essere un’opportunità”, ma quale opportunità? Sapevo bene cosa poteva aspettarmi venendo da una precedente esperienza simile. Purtroppo nelle operazioni di M&A chi viene acquisito non ha molte chances di continuare nel proprio ruolo meno che mai di poter trovare uno spazio che presupponga una ulteriore crescita professionale. A Dicembre la nuova azienda mi contatta per propormi una posizione temporanea presso uno dei suoi siti produttivi, nell’ambito della Business Unit Contract Manufacturing. Si tratta in sostanza di una divisione commerciale che gestisce un portafoglio di clienti che si affidano allo stabilimento per produzioni c/terzi. Parliamo quindi sempre di attività di BD che però implicano ricerca e gestione di partner interessati a servizi di contract manufacturing. Peraltro, il Direttore della BU ha appena lasciato l’azienda per retirement e la posizione è rimasta “vacant”, mi viene quindi prospettata una opportunità in caso di interesse a continuare.
Mi trovo ora a un bivio .. ho accettato la proposta di “supporto” temporaneo (2-3 mesi) alla BU ma non sono certa che questo nuovo ruolo faccia per me. Non ho un background tecnico, non ho mai lavorato nel conto-terzismo, non ho esperienza di produzioni ma hanno voluto me per coordinare un team di 12 persone, Dall’altra parte lascio “temporaneamente” il mio attuale ruolo di BD Manager mercati esteri, non sapendo se in futuro potrò continuare a seguire quelle attività o se l’azienda ha già piani di riorganizzazione dell’intera BU Internazionale .. se potrà’ esserci spazio per me o addirittura nuove opportunità di crescita.
Spero di non averti annoiato… confido in una risposta, qualunque essa sia.. e continuerò a seguirti con piacere.
Un saluto e a presto.
Antonella