Come vivere la tua vita e prendere decisioni veramente allineate con te stessa? Facendo tuo uno dei 7 pilastri di Stephen Covey: inizia sempre pensando alla fine.
Lo faccio ogni giorno al lavoro da anni. Per una nuova campagna. Il budget annuale. Un nuovo progetto, evento o strategia.
Di qualunque cosa si tratti, il mio modus operandi è sempre lo stesso: inizio pensando alla fine.
- Qual è l’obiettivo che voglio raggiungere?
- Qual è il singolo take-away che le persone devono portare con sé dopo essere entrati in contatto con questa iniziativa?
- Se il progetto andrà bene, quali indicatori mi diranno che è andato bene? (è anche una delle domande che ti fanno sempre le agenzie quando fanno il loro pitch: “what does success look like?“)
Nel suo libro “7 Habits of Highly Effective People” (tradotto banalmente come “Le 7 regole per avere successo“), la seconda regola dell’autore e businessman americano Stephen Covery è proprio questa:
Start with the end in mind. Inizia pensando alla fine.
E non per un singolo progetto.
Bensì per la tua vita intera.
Inizia pensando alla fine
Immagina di guidare per andare ad un funerale. Parcheggi la macchina, scendi e ti avvii verso la chiesa. Mentre entri, ti accorgi dei fiori e della musica di qualcuno che suona l’organo. Continui a muoverti verso l’altare e vedi i volti di amici e familiari. Senti attorno a te e nei loro cuori il dolore della perdita, misto alla gioia di aver conosciuto chi se n’è andato.
Ormai vicina all’altare, abbassi lo sguardo verso la bara.
Di colpo, ti trovi faccia a faccia con te stessa.
Questo è il tuo funerale. Tre anni esatti a partire da oggi.
E tutte quelle persone sono lì per esprimere i loro sentimenti di amore e gratitudine per la vita che hai vissuto.
È così che inizia il secondo capitolo del libro di Stephen Covey, con un pugno allo stomaco a ricordarci l’impermanenza della vita. E quanto sia miope dare per scontato ogni giorno che viviamo.
Quella di pensare attivamente alla nostra morte, considerandola un evento naturale del nostro percorso di vita, è una pratica che consigliavano anche Seneca e gli stoici. Un po’ per esorcizzarne la paura, un po’ per apprezzare il nostro tempo qui su questa terra finché siamo in vita.
Personalmente è qualcosa su cui negli anni ho spesso riflettuto, ma negli ultimi mesi in particolar modo.
A gennaio 2021 è infatti venuta a mancare una persona importante in famiglia. Una forma aggressiva di cancro le ha lasciato appena 3 mesi di vita dalla comparsa dei primi sintomi.
Per quanto possa suonare come un cliché, il lutto ha di colpo portato a galla pensieri e progetti che conservavo da anni in qualche cassetto.
Quello che “sì, un giorno lo aprirò. Un giorno farò. Un giorno sarò…”
Non avevo ancora nemmeno iniziato a leggere il libro di Stephen Covey. Ma ho sentito forte l’urgenza di aprire quel cassetto.
Mi sono detta: se io fra un anno non ci fossi più, che cosa vorrei aver lasciato al mondo di me?
La risposta era lampante, lì da anni (sai che proprio oggi questo blog compie 5 anni? :)).
…Avrei voluto lasciarmi in eredità alle parole e le lezioni di questo spazio virtuale e un progetto in inglese, simile ma diverso, presto in arrivo.
…Restituire ciò che ho ricevuto e mi sono guadagnata nella vita e nel lavoro alle tante donne che stanno affrontando un percorso e difficoltà simili.
…Fare la mia piccola parte, essere una goccia nell’oceano per creare un mondo più giusto ed equo, partendo anche dalla parità di genere.
Da lì alcune decisioni sono seguite quasi a cascata, sebbene prenderle sia stato davvero difficile. Di questo però ti parlerò nella prossima newsletter (puoi iscriverti da qui se già non lo hai fatto).
Intanto vediamo più nel dettaglio: che cosa significa esattamente “iniziare a pensando alla fine”?
Stephen Covey e il secondo pilastro del successo
Per rendere la pratica più concreta, Stephen Covey invita a due azioni:
- Pensa a quattro persone: un familiare, un amico, un collega e qualcuno appartenente ad una community di cui fai parte.
- Immagina che cosa ciascuna di queste diverse persone direbbe di te il giorno del tuo funerale.
Riflettici attentamente.
Che cosa vorresti che ciascuno di loro dicesse di te e della tua vita? Che tipo di carattere ti piacerebbe descrivessero? Quali traguardi e contributi vorresti che ricordassero?
Se nella vita, come in qualunque altro progetto, teniamo salda in mente “la fine”, il nostro traguardo, potremo assicurarci, giorno dopo giorno, di non violare quei principi che abbiamo definito come fondamentali. E di avvicinarci sempre più, invece, alla visione globale che abbiamo in mente per la nostra vita.
Quante volte ti è capitato di trovarti a lottare in una certa situazione per ottenere un certo risultato, salvo poi realizzare che quegli obiettivi non ti appartenevano? Che non erano allineati con la tua visione finale?
L’autore descrive questo tipico scenario come lo sforzo di salire su una lunga scala, salvo poi accorgerci che è appoggiata sulla parete dell’edificio sbagliato.
Il risultato?
Ogni passo che compiamo ci avvicina sì più velocemente alla meta, ma si tratta di quella sbagliata per noi.
Saremo certo molto impegnate, magari molto efficienti, ma per nulla efficaci.
Come dice lo stesso Stephen Covey: come individui, gruppi e aziende siamo a volte così impegnati a muoverci e farci strada nel sottobosco che non ci accorgiamo nemmeno di essere nella giungla sbagliata (da cui è probabilmente nato: “Ah, questa giungla mi distrugge” – cit. le Gocciole)
Covey paragona questi concetti di efficienza ed efficacia alla differenza fra management e leadership.
Il management nasce da una logica a valle, si chiede: qual è il modo migliore in cui posso raggiungere certi obiettivi?
La leadership, invece, nasce da una logica a monte. Si chiede: quali sono gli obiettivi che voglio raggiungere?
Prima ancora che una roadmap, una mappa del tesoro, ci servono una visione, una destinazione e un compasso dei nostri principi e valori.
Missione, ruoli e obiettivi
A detta di Stephen Covey, le dotazioni che ci servono per espandere la nostra proattività ed esercitare la nostra leadership personale sono:
- Immaginazione: per visualizzare i mondi non ancora creati e il potenziale che vivono dentro di noi;
- Coscienza: per entrare in contatto con le leggi e i principi universali e combinarli con i nostri talenti unici;
- Self-awareness: consapevolezza di sé, di chi siamo e di quale contributo vogliamo avere.
Il modo in cui consiglia di metterli insieme è quello di creare una propria mission personale che ci aiuti a tornare sempre al nostro centro.
Una bussola che, nel tran tran quotidiano, perdiamo facilmente. Dimenticandoci di quel traguardo finale che dovrebbe sempre guidarci.
Nel mondo business/aziendale, la mission altro non è che “lo scopo ultimo di un’azienda, la giustificazione stessa della sua esistenza e ciò che la contraddistingue da tutte le altre”.
Risponde insomma al perché fai ciò che fai.
Alcuni esempi di mission aziendali molto famose:
- Google: “organizzare le informazioni a livello mondiale e renderle universalmente accessibili e utili“.
- Ferrero: la mission è racchiusa in una serie di parole chiave e valori: “Qualità elevatissima, cura artigianale, freschezza del prodotto, accurata selezione delle migliori materie prime, rispetto e considerazione del cliente“.
- Walt Disney: è un semplice slogan ed è racchiuso nella frase “To make people happy” (rendere felici le persone).
Come creare la tua mission personale?
Per stessa ammissione di Stephen Covey, la mission personale non è qualcosa che puoi buttar giù su carta frettolosamente in cinque minuti. È il risultato di riflessione profonda, conoscenza di sé e l’amalgama di esperienze, attitudini e vocazione che ci rendono le persone che siamo.
Anche se non hai le idee chiarissime, il mio consiglio è di iniziare a pensarci e lasciare che il tuo cervello lavori in background per elaborare gradualmente la tua missione.
Alcune parti magari ti saranno già chiarissime. Altre ti torneranno in mente casualmente durante una passeggiata. Altre ancora si riveleranno come fulminazioni e si andranno ad aggiungere a quelle già esistenti.
Puoi trascriverle mano a mano su un taccuino, anche se all’inizio si tratterà di frasi, parole ed idee sconnesse.
Per facilitarti il compito, Covey consiglia di scrivere la tua mission basandoti sui ruoli nella tua vita (persona, donna, madre, partner, amica, figlia, collega… tutti i ruoli in cui ti esprimi).
Pensa all’esercizio del funerale e a quello che vorresti lasciare ad ogni persona che si relaziona con te in quel determinato ruolo. Che tipo di impatto vorresti avere nella loro vita?
Una volta identificati i ruoli che ricopri, puoi pensare agli obiettivi di lungo termine che vuoi raggiungere in ciascuno di questi.
Definendo chiaramente ogni ruolo, crei anche maggiore equilibrio ed armonia nella tua vita. Perché ti aiuta a non essere totalmente assorbita da un dato ruolo a discapito di un altro che è altrettanto, se non più importante, nella tua vita.
Pensa ad esempio quando ti fai prendere da urgenze e priorità lavorative trascurando famiglia, amicizie o addirittura te stessa.
I vantaggi
Una mission personale rappresenta la tua costituzione personale. Ti permette di iniziare ogni singolo giorno “con la fine in mente”. Crea struttura e una direzione organizzata da tradurre in azioni quotidiane che ti permettano di rimanere allineata con la tua visione e missione.
Una persona non può vivere nel cambiamento se all’interno di sé non ha un centro saldo ed immutabile – Stephen Covey
Qualche piccolo consiglio di vita da Hol
Holly Butcher, nata il 9 giugno 1990, è una ragazza australiana venuta a mancare il 4 gennaio del 2018 a causa di una rara forma di cancro. Il giorno prima della sua morte ha pubblicato un post su Facebook diventato virale con alcuni dei suoi ultimi pensieri e qualche “piccolo consiglio di vita”.
Negli anni sono tornata spesso a rileggere il post di Holly (trovi l’originale qui). Nel gennaio 2020 dopo la morte di Leila Janah, un’imprenditrice impegnata nel sociale che seguivo e ammiravo da tempo. E a gennaio 2021 a seguito del lutto in famiglia di cui ti ho accennato.
Ero incerta se inserirlo in questo articolo. Poi ho pensato che in fondo è questo che ci tiene un po’ in vita anche quando ce ne siamo andati. Essere ricordati per ciò che abbiamo detto e soprattutto quello che abbiamo fatto.
È strano dover realizzare e accettare la propria mortalità a 26 anni. È una di quelle cose che in genere ignori.
I giorni passano e ti aspetti che continueranno a passare; finché non accade quello che non ti saresti mai aspettata.
Ho sempre immaginato me stessa invecchiare, con le rughe e i capelli ingrigiti, molto probabilmente a causa della bella famiglia (con tanti bambini) che progettavo di costruire con l’amore della mia vita.
Lo desidero così tanto che fa male.
Questa è la vita: è fragile, preziosa e imprevedibile e ogni giorno è un dono, non un diritto insindacabile.
Ho 27 anni ora. Non voglio lasciare questa terra. Amo la mia vita. Sono felice – lo devo ai miei cari. Ma non ho il controllo su questa situazione.
Non ho iniziato questa “nota prima di morire” per infondere paura della morte – in fondo mi piace il fatto che ignoriamo quasi del tutto la sua inevitabilità. Beh, a parte quando voglio parlarne e viene trattata come un argomento taboo che non toccherà mai nessuno di noi. Questo aspetto è stato tosto.
Vorrei solo che le persone smettessero di preoccuparsi così tanto dei piccoli e insignificanti momenti di stress della vita e provassero a ricordare che abbiamo tutti lo stesso destino ad attenderci alla fine.
Quindi fai quel che puoi perché il tuo tempo sia meritevole e grandioso. Lascia stare le str**zate.
Ho buttato giù molti pensieri, perché ho avuto molto tempo per pensare alla vita negli ultimi mesi. Ovviamente è sempre nel mezzo della notte che questi pensieri affiorano nella mia mente.
Le volte in cui ti lamenti di qualche cosa minuscola (ci ho fatto molto caso negli ultimi mesi), pensa a qualcuno che sta affrontando un problema. Sii grata e accetta i piccoli inconvenienti. È giusto riconoscere quando qualcosa rappresenta per te una scocciatura, ma cerca di non soffermartici più del dovuto, influenzando negativamente la giornata di altre persone.
Fatto questo, esci e prendi un’enorme boccata d’aria fresca nei polmoni, guarda a quanto è blu il cielo e a quanto sono verdi gli alberi; tutto ciò è così bello.
Pensa a quanto sei fortunata a poter fare qualcosa di così semplice: respirare.
Magari hai beccato il traffico, o hai dormito poco perché i tuoi bellissimi bambini ti hanno tenuta sveglia, o il tuo parrucchiere ti ha tagliato i capelli troppo corti. Magari le tue nuove unghie finte potrebbero essersi sbeccate, forse il tuo seno è troppo piccolo, il tuo fondoschiena ha la cellulite e la tua pancia è molliccia.
Lascia andare tutte queste stro**ate.
Ti assicuro che non ci penserai quando sarà arrivato il tuo momento di andartene. Diventa tutto così insignificante quando guardi alla vita nella sua interezza.
Guardo il mio corpo deteriorarsi di fronte ai miei occhi e non c’è nulla che io possa farci. Tutto ciò che desidererei al momento è poter avere un altro compleanno o Natale con la mia famiglia, o un altro giorno con il mio partner o cane.
Solo uno.
Sento le persone lamentarsi di quanto difficile sia il lavoro, o quanto sia dura allenarsi. Sii grata di esserne fisicamente capace.
Il lavoro o un allenamento possono sembrare cose così banali… finché il tuo corpo non ti permette più di fare nessuna di queste cose.
Ho provato a vivere una vita sana, era forse la mia più grande passione. Apprezza la tua buona salute e il tuo corpo funzionante, anche se non è della taglia che vorresti.
Prenditene cura e abbracciane ogni magnifica parte. Muovilo e nutrilo con cibo fresco. Non lasciare che diventi un’ossessione.
Ricorda che una buona salute passa attraverso molti più aspetti che il solo corpo fisico. Lavora con altrettanto impegno per trovare anche la tua felicità mentale, emozionale e spirituale.
In questo modo realizzerai quanto insignificante e superfluo sia cercare di avere questo corpo perfetto da social media.
Parlando di questo… Rimuovi ogni account che compare nel tuo feed che ti fa sentire una m**da. Che si tratti di amici oppure no.
Non avere scrupoli quando si tratta del tuo benessere.
Sii grata per ogni giorno in cui non hai dolori e anche quelli in cui hai qualche linea di febbre, mal di schiena o una caviglia slogata. Certo scoccia, ma sii grata del fatto che queste cose non minacciano la tua vita e passeranno.
Lamentatevi di meno, gente! E aiutatevi di più a vicenda.
E poi date, date, date. È vero che diventi più felice facendo qualcosa per gli altri che per te.
Vorrei averlo fatto di più.
Da quando mi sono ammalata, ho incontrato le persone più incredibili e gentili, e sono stata beneficiaria delle parole e del supporto più gentile e amorevole possibile da parte della mia famiglia, di amici e sconosciuti. Molto più di quanto potrei mai fare in cambio. Non lo dimenticherò mai e sarò per sempre grata a queste persone.
È una cosa strana avere soldi da spendere verso la fine… quando stai morendo.
Non è un periodo in cui puoi uscire e comprare cose materiali come faresti di solito, come ad esempio un nuovo vestito. Ti fa realizzare quanto sia sciocco pensare che abbia valore spendere così tanto in vesti nuovi e “cose” nella nostra vita.
Al prossimo matrimonio, regala ai tuoi amici un gesto gentile invece che acquistare un nuovo vestito, un prodotto di bellezza o un nuovo gioiello.
Primo: a nessuno importa se indossi la stessa cosa due volte Secondo: ti fa sentire bene.
Portali fuori per un pranzo o, ancor meglio, cucinalo tu. Prepara un caffè. Regalagli una pianta, un massaggio o una candela e digli quanto gli vuoi bene quando glielo dai.
Rispetta il tempo altrui. Non far aspettare gli altri perché non sei brava a rispettare gli orari. Se sei quel tipo di persona, preparati in anticipo e ricorda che i tuoi amici vogliono passare il tempo con te, non da soli aspettando che tu compaia. Guadagnerai il loro rispetto. Amen, sorella.
Quest’anno la nostra famiglia ha deciso di non fare regali. E al di là dell’albero un po’ triste e spoglio, è stato bello perché nessuno aveva la pressione di fare acquisti e quello sforzo è stato usato per scrivere una cartolina di auguri per gli altri. Inoltre immagina la mia famiglia farmi un regalo sapendo che probabilmente finirebbero ad usarlo loro stessi… bizzarro!
Può sembrare sdolcinato, ma quelle cartoline significano molto più di qualunque altro acquisto d’impulso, per me. Ovviamente è stato possibile perché a casa nostra non abbiamo bambini piccoli attorno.
Morale della storia: i regali non sono necessari per un Natale ricco di significato.
Usa i tuoi soldi per regalarti esperienze.
O quanto meno non privarti delle esperienze perché hai speso tutti i tuoi soldi in qualche sciocchezza materiale.
Fai lo sforzo di organizzare quella gita fuori porta al mare che continui a rimandare. Immergi i tuoi piedi nell’acqua e affonda le dita nella sabbia. Bagna il viso con l’acqua salata.
Passa del tempo in mezzo alla natura.
Cerca semplicemente di goderti ed essere presente nei vari momenti, invece che cercare di catturarli tramite lo schermo del tuo telefono.
La vita non è fatta per essere vissuta attraverso uno schermo, né per essere catturata nella foto perfetta.
Godetevi quel cavolo di momento, gente!
Smettetela di cercare di catturarlo per chiunque altro.
Domanda retorica random: tutte quelle ore che spendi ogni giorno per truccarti e sistemare i capelli ne valgono davvero la pena? È qualcosa che non ho mai capito di noi donne.
Svegliati presto, a volte, e ascolta il suono degli uccelli mentre guardi i bei colori del sole mentre sorge.
Ascolta la musica. Ascoltala davvero. La musica è terapeutica. Quella vecchia è il meglio.
Coccola il tuo cane. Mi mancherà.
Parla ai tuoi amici. Metti giù quel telefono. Stanno bene?
Viaggia se lo desideri, non farlo se non ti va.
Lavora per vivere, non vivere per lavorare.
Davvero, fai quello che rende il tuo cuore felice.
Mangia quella torta. Zero sensi di colpa.
Dì di no alle cose che davvero non vuoi fare.
Non sentirti sotto pressione nel dover fare ciò che le altre persone credono sia una vita soddisfacente. Potresti voler una vita mediocre, e va assolutamente bene.
Dì ai tuoi cari quanto gli vuoi bene ogni volta che ne hai l’occasione e vuoi loro bene con tutta te stessa.
Ricorda che se qualcosa ti rende triste, hai il potere di cambiarla: che sia al lavoro, nelle relazioni o in qualunque altra sfera.
Abbia il coraggio di cambiare.
Non sai quanto tempo ti rimane su questa terra, perciò non sprecarlo essendo triste. Lo so che suona trito e ritrito, ma non potrebbe essere più vero.
In ogni caso, questi non sono che i consigli di una giovane ragazza. Seguili oppure no, non mi interessa!
Un’ultima cosa, se puoi, fai una buona azione per l’umanità (e per me!) e inizia a donare il sangue regolarmente. Ti farà sentire bene, con il valore aggiunto di salvare vite. È qualcosa di davvero sottovalutato, considerato che ogni donazione può salvare tre vite! È un impatto enorme che ogni persona può avere ed è davvero facile farlo.
La donazione di sangue (più sacche di quante io ne possa contare) mi hanno aiutata a rimanere in vita per un anno più. Un anno per cui sarò per sempre grata di averlo potuto passare qui su questa terra con la mia famiglia, amici e cane.
Un anno in cui ho vissuto alcuni dei momenti più belli della mia vita.
…Fino a quando non ci incontreremo di nuovo.
Hol
Xoxo
[Trovi qui il link al post originale di Holly Butcher]
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